30 Set Dalla gravidanza alla terza età: così lo Shiatsu allunga la vita
Antica disciplina di origine orientale, lo shiatsu favorisce il benessere in tutte le fasi della vita e sembra essere parte di una ricetta per la longevità. “Aiuta non solo ad allungare la vita ma ad ‘allargarla’”, spiega Renato Zaffina, presidente della Fisieo che ha organizzato la Settimana nazionale dello Shiatsu, giunta all’ottava edizione, in programma in tutta Italia dal 18 al 25 settembre, dal titolo “Shiatsu e pratiche di lunga vita”.
Secondo la Fisieo è riconosciuto, considerando anche la longevità in Giappone, che molti strumenti per una vita duratura e sana, attingono da antiche tradizioni. Fra queste vi è proprio lo Shiatsu, che si basa su una visione di salutogenesi: non si focalizza sulle patologie ma si occupa della persona nel suo insieme psicofisico. “Avvicinarsi allo shiatsu può servire per migliorare la capacità di gestire le emozioni e le risorse interne”, ha aggiunto Zaffina.
Secondo gli esperti lo shiatsu può contribuire al benessere durante la gravidanza alleviando alcuni disturbi, tra i quali la nausea ed il mal di schiena. Secondo Gianpiero Brusasco, operatore Fisieo (Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori), che si occupa di Shiatsu e gravidanza, può “aiutare le mamme a stabilire un legame con il bimbo che portano in grembo, e a superare la paura del parto”, facilitando in parte l’induzione al punto che in alcune città vengono organizzati anche dei corsi per le ostetriche.
Lo shiatsu aiuta anche contro la depressione post parto, per l’allattamento, e può essere praticato anche sul bimbo: in questo caso il trattamento dura meno, spesso dai 5 ai 25 minuti, e gli allungamenti sono utili per favorire lo sviluppo fisico del piccolo, facilitandone i movimenti nelle diverse fasi della crescita.
Lo Shiatsu è il rimedio antistress preferito dagli italiani tra le discipline antistress: quasi un milione e mezzo hanno provato lo Shiatsu e circa 600 mila ne fanno uso abitualmente.
Si può cominciare anche nella terza età e i benefici si possono ottenere con patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer e in generale le demenze o il Parkinson.
FONTE: InformaSalus.it