Shiatsu e Medicina cinese

Shiatsu e Medicina cinese

Lo shiatsu è un trattamento nato in Giappone all’inizio del ‘900 e affonda le proprie radici nella millenaria tradizione orientale rivolta alla salute, al recupero del benessere e il suo mantenimento, ed è ormai diffuso anche nella nostra cultura grazie ai suoi molteplici effetti benefici.

Il trattamento si svolge con una serie di pressioni stabili e continue fatti dall’operatore al ricevente e fonda i suoi presupposti teorici nel concetto di riequilibrio energetico della medicina cinese.

Secondo la medicina cinese, il nostro corpo è attraversato da canali energetici detti meridiani, in questi meridiani scorre il Qi (energia vitale) e lungo il loro tragitto di si collocano dei particolari punti codificati, questi punti detti tsubo vengono utilizzati sia nell’agopuntura sia nello shiatsu che li utilizza per favorire la diffusione armonica del Qi, e quindi favorire il cambiamento o la trasformazione utili per il raggiungimento del benessere.

La medicina cinese nasce come una forma di medicina rurale e popolare, e nel tempo si contamina con diverse scuole filosofiche, il primo testo che illustra i principi della metodologia della medicina cinese è: “Testo classico di medicina interna dell’imperatore Giallo”. Di “Huang Ti Nei Ching Su Wen”. Il testo descrive i contenuti etici, religiosi e filosofici fondanti la medicina cinese che prende spunto dal pensiero Taoista.

La disciplina è complessa, i suoi concetti cardine sono: il Qi, il Tao, il rapporto fra Yin e Yang, i meridiani energetici, i cinque elementi e le relative fasi; tutte questi fattori sono in correlazione tra loro in una molteplicità di soluzioni differenti.

Per la Medicina Cinese lo stato di malattia proviene dalla perturbazione dell’equilibrio energetico e interviene tramite diverse terapie, tra cui le più note sono l’agopuntura, la farmacologia cinese, il massaggio e la ginnastica medica, nelle forme note come Qi gong e Tai chi chuan.

 

Basi della terapia della medicina tradizionale cinese

 

La medicina cinese individua nell’uomo le cosiddette Sostanze Fondamentali; Qi, xue, Jing e lo shen che devono essere viste come enti funzionali piuttosto che come vere sostanze, e che vengono distinte in gradi di yin o yang. Anche gli organi sono visti come insiemi di funzioni piuttosto che come organi materiali. Organi e Sostanze Fondamentali sono in mutua relazione, nel senso che gli organi yin operano, trasformano, raccolgono, immagazzinano e fanno circolare le sostanze, e le sostanze yang sostengono, nutrono, difendono, lubrificano gli organi.

La teoria della medicina cinese utilizza le categorie di Yin e Yang e quelle delle cinque fasi, per catalogare e sistematizzare i dati ottenuti tramite l’osservazione del paziente e per individuare il rimedio più indicato per risolvere la disarmonia osservata nella persona.

Un buon equilibrio energetico Yin-Yang garantisce armonia e benessere psicofisico e il libero fluire del Qi; qualsiasi alterazione nella distribuzione del Qi comporta un indebolimento delle capacità difensive e l’insorgere di una patologia.

La teoria dello Yin Yang nasce dall’osservazione della natura e dalla comprensione che nulla è assoluto e che nessun fenomeno potrà mai sottrarsi alle leggi di relazione che lo legano agli altri fenomeni della vita e ogni fenomeno si manifesta nell’Universo alla continua ricerca di un equilibrio.

YIN e YANG sono due facce della stessa medaglia: non può esistere l’uno senza l’altro, sono in continua relazione ed il loro alternarsi avviene attraverso continui stati di equilibrio.

L’operatore Shiatsu utilizza i concetti della medicina cinese per riconoscere quelle alterazioni dell’equilibrio energetico Yin-Yangche ostacolano il libero fluire del Qi e che ci conducono al malessere e alla disarmonia.

Attraverso la manipolazione digitopressoria, l’operatore lavora su specifici punti ponendosi l’obiettivo di ripristinare il rapporto Yin-Yang per ottenere il libero fluire del Qi e quindi riportare equilibrio all’organismo sotto ogni punto di vista favorendo la capacità di autoguarigione che ogni persona possiede.

 

Giovanni Randon, operatore shiatsu

Il Qi si origina nella Milza e nei Polmoni, e attraverso il Fegato è utilizzato dall’organismo per le varie funzioni. I classici descrivono così le funzioni del Qi: È fonte di ogni movimento e accompagna ogni movimento (movimento inteso in senso universale e generale, sia movimento inorganico che organico). Protegge il corpo (si dice che se il corpo si ammala deve esserci una deficienza di qi). Fonte di trasformazioni armoniose nel corpo (il qi presiede alle trasformazioni del cibo, dell’acqua e dell’aria in Sostanze Fondamentali; anche questo può essere visto come una forma di movimento). Governa il “trattenimento” delle Sostanze e degli Organi. Scalda il corpo (il calore come fondamento della vita e come movimento). È una Sostanza Yang.

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Nella medicina cinese, al sangue (xue) sono attribuite proprietà non tanto corporee, quanto energetiche e funzionali, affini al Qi, cioè all’essenza vitale e spirituale che circola nell’organismo umano.

Vi è una stretta relazione tra Qi e sangue, un rapporto complementare sul modello di quello tra yin e yang.

In particolare, se «il Qi comanda il sangue», «il sangue è la madre del Qi». È la circolazione del Qi a consentire la circolazione del sangue, ed una sua carenza si ripercuote in una scarsa produzione di sangue. Lo xue, d’altra parte, costituisce il sostrato materiale del Qi.]

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Il Jing (精 in caratteri cinesi, jīng in pinyin) è un termine del taoismo e della medicina tradizionale cinese con cui si indica l’essenza vitale dell’organismo umano, il suo potenziale creativo e generativo, o la sua riserva di energia, generalmente pensata come un fluido.

Rappresenta l’aspetto yin, primordiale, del Qi, cioè dell’energia fondamentale che scorre nei meridiani, e appartiene ai cosiddetti «tre tesori» dell’individuo (san bao, 三寶), insieme appunto al Qi («soffio energetico») e allo Shen («spirito»). Con quest’ultimi due è inoltre annoverato nelle cinque sostanze fondamentali oltre al sangue (xue) e ai fluidi organici (jinye).

Risiede principalmente nei reni, e una delle sue espressioni tangibili è nel liquido seminale e in tutto quanto attiene alla riproduzione. A livello macrocosmico identifica la natura originaria di ogni realtà fenomenica.

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Il termine shén (神) identifica un concetto estremamente ampio che spazia dalla religione alla medicina tradizionale cinese. Pur venendo tradotto generalmente come divinità o spirito, soprattutto in ambito medico le sfaccettature di questo concetto sono molteplici.

Il carattere di shén è composto da una parte fonetica shēn (甲, spiegare) e dal radicale shì (示, mostrare, indicare), in cui le due linee orizzontali rappresentano il cielo e le tre verticali ciò che ne discende. Ne deriva quindi che una interpretazione più precisa del termine indichi la concettualizzazione di un’emanazione divina.

Lo shén è lo spirito divino che scende sull’uomo e nell’uomo, fino a farne parte. Non a caso, la sua dimora d’elezione è il cuore (心, xīn), identificato nella medicina cinese con l’Imperatore, il collegamento principale tra Terra, Cielo e supremo comandante di tutte le funzioni fisiche ed intellettive del corpo. Dal cuore le sue emanazioni governano gli altri quattro organi zang: polmoni, fegato, milza e reni.